giovedì 6 marzo 2008

No alla violenza!

Da ragazzo subivo il fascino della politica e mi impegnavo in assemblee, collettivi e manifestazioni. Tutti gli anni arrivava il momento inevitabile del confronto con le amiche / compagne, il fatidico 8 Marzo, e tutti gli anni cominciavano interminabili discussioni sul modo nel quale onorare la ricorrenza e, soprattutto, se includere od escludere gli uomini dall' evento. Devo dire che dopo alcune riunioni, avendo perso completamente il contatto con la realta', si arrivava tipicamente alla conclusione che gli uomini dovevano essere esclusi o come minimo emarginati; questa conclusione faceva decisamente emergere la carogna che si annida dentro di me, portandomi a reazioni (verbali) anche violente. Pertanto mi denuncio come un uomo violento, che cerca di migliorarsi e, come parte del mio percorso di autocontrollo, aderisco alla campagna contro la violenza!

2 commenti:

  1. Caro Funky Professor, anch'io alle manifestazioni dell'8 marzo volevo essere solidale e venivo maltrattato. Anch'io mi arrabbiavo. C'era uno slogan che diceva "Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa". E io mi chiedevo perchè non potessi sentirmi parte lesa anch'io.
    Riflettendo negli anni ho scoperto che era una bella presunzione e che sentirsi parte lesa solo perchè la donna stuprata poteva essere MIA madre, MIA sorella, MIA figlia ribadiva la logica del possesso maschile sul corpo femminile. La mia, la nostra solidarietà era un po' pelosa. Ho capito riflettendo negli anni, e facendolo con altri uomini che l'immaginario, il linguaggio, violento e possessivo nei confronti delle donne danneggia noi uomini perchè ci rende meno umani, meno capaci di rispettare ciò che è differente e altro da noi. E la prima forma di alterità e differenza che sperimentiamo nella vita è quella tra i sessi. In questo senso è inutile darsi del violento. Bisogna riflettere su di se, sulla qualità dei propri desideri e delle proprie relazioni. E capire come possiamo cambiare. Non per essere solidali con le donne, certo anche per quello. Ma per vivere meglio noi le emozioni, i sentimenti, i desideri, il corpo, le relazioni, il sesso, la paternità. Tutte cose con cui abbiamo spesso e volentieri un rapporto alienato e insoddisfacente. Sospeso tra esplosione e repressione, tra automortificazione e rivendicazione contro le donne, tra il controllo virile di se' e l'essere agiti da presunti "istinti" ritenuti bassi, violenti e incontrollabili, da reprimere (magari in casa) e da sfogare (fuori casa, magari a pagamento).
    Alcuni uomini hanno già avviato questo tipo di riflessione. Suggerisco a te e a chi legge il tuo blog il sito www.maschileplurale.it

    Ciao,

    Jones

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  2. ciao, ho trovato il link al tuo blog sul sito di Donna Moderna. Mi chiamo Elisabetta e ho 19 anni. ho letto sia il tuo post che il commento dell'anonimo.
    Io sono una femminista convinta, ma non penso assolutamente che gli uomini debbano essere emarginati, anzi mi dà particolarmente fastidio quando le donne dicono che gli uomini non c'entrano niente. Perché secondo me gli uomini c'entrano eccome! Alla fine il problema della violenza parte da loro e quando sento che ci sono uomini come voi che si preoccupano e che ci rimangono male per le donne vittime di violenza io sono contenta. Potreste davvero essere un buon esempio per tutti gli altri uomini.
    Il femminismo non significa eliminare gli uomini, il femminismo significa parità tra i sessi e rispetto reciproco. E' questo che mi piace davvero, non l'ostilità.
    Ciao!

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